La prima raccolta di Perseveranza è andata a vuoto - MEDIA INAF

2021-10-26 06:58:19 By : Mr. Wentong Shenzhen

Al sol164, La perseveranza ha compiuto sul suo primo carotaggio rosso. Tutto sembrava essere andato per il meglio ma la provetta del campione è risultato essere vuoto. Per via della natura della roccia, sembra che il campione si sia polverizzato il carotaggio, cosa che non era stata osservata nei test effettuati in laboratorio, commento Teresa Fornaro dell'Inaf

Immagine del foro praticato da Perseverance della Nasa durante il suo primo tentativo di raccolta campioni, ripresa da una delle fotocamere di navigazione del rover. La foto è stata scattata il 6 agosto 2021, nel “Crater Floor Fractured Rough” del Jezero Crater di Marte. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

presente la sensazione che si prova si guida l'artiglio meccanico a tuffarsi in un mare di pupazzi, lo si vede chiudersi su quello desiderato, sollevarsi e realizzare che le lunghe dita fredde non hanno trattato nulla? Frustrazione. La stessa che, almeno in un primo momento, deve aver colto i membri del team della Nasa quando realizzato che la provetta del campione raccolto da Perseverance era vuota.

Ma andiamo con ordine e vediamo che è successo, anche se vi anticipo già che la frustrazione in questo caso è durata poco, perché lo spirito investigativo di chi è abituato a fare ricerca ha naturalmente prevalso.

Al sol164, Perseverance ha elaborato il suo invito primo carotaggio ha elaborato sul suo primo carotaggio rosso, i dati relativi al campione e li ha diligentemente a terra. Il più di 90 ingegneri e 6 agosto riceverli, che hanno lavorato anni a questo momento, si sono riuniti online per riceverli. I dati hanno mostrato che il Corer ha di fatto raggiunto la profondità comandata (7 centimetri), oltre che l'immagine di un bel foro sulla superficie marziana e della provetta del campione, correttamente trasferita dal Corer all'Adaptive Caching Assembly (Aca), sigillata e conservata.

Purtroppo però l'euforia iniziale ha presto lasciato lo spazio allo sgomento, quando il team ha capito che la provetta del campione era vuota. Cos'è successo?

Due giorni di analisi dei dati e ulteriori osservazioni hanno rivelato che durante il carotaggio non è avvenuto nulla di insolito rispetto ai test effettuati a terra, dove sono state raccolte più di 100 carote da una serie di rocce di prova. Inoltre, l'osservazione della zona circostante non ha evidenziato la presenza di alcun nucleo roccioso sulla superficie marziana dove ha lavorato il rover.

Questa immagine composta dalla prima perforazione del rover La perseveranza della Nasa è stata generata utilizzando più immagini scattate dall'imager Watson (Sensore topografico grandangolare per operazioni e ingegneria). Il foro ha un diametro di 2,7 centimetri. Watson è un sistema dello strumento Sherloc (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals) in di documentare la struttura e la trama all'interno di un target perforato, ei suoi dati possono essere utilizzati per derivare di profondità. L'immagine è stata scattata durante la notte del 165esimo giorno marziano della missione, o sol, al fine di ridurre l'ombra all'interno del buco che può verificarsi durante l'imaging diurno. Alcuni dei LED bianchi di Watson illuminavano il pozzo. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss

Le polvere e loro risultato in corrispondenza del buco portano a credere che l'attività di carotaggio in questa insolita abbia prodotto solo piccoli frammenti che non sono stati trattenuti a causa delle dimensioni e della mancanza di un nucleo significativo del campione. Nella parte inferiore del foro è visibile del materiale, ed è probabile che sia proprio quello il materiale del nucleo desiderato, oppure nel mucchietto di polvere intorno al buco, o in entrambi i punti.

«Da un punto di vista ingegneristico il processo di campionamento è avvenuto in maniera del tutto nominale, dimostrando la capacità del rover di eseguire delle operazioni molto complesse in totale autonomia», commenta a Media Inaf Teresa Fornaro, ricercatrice all'Inaf di Firenze e unica italiana tra i 13 partecipanti della missione. «Purtroppo però la natura della roccia scelta per il campionamento non ha aiutato. Sembra infatti che il campione si sia polverizzato durante il carotaggio, cosa che non era stata osservata nei test effettuati in laboratorio. Marte non smette mai di sorprendere! Il prossimo tentativo di campionamento verrà effettuato su una roccia più resistente».

Questi inconvenienti fanno parte della natura stessa dell'esplorazione: un risultato specifico non è mai garantito, non importa quanto ci si prepara. Ora bisognerà attendere i primi di settembre, quando verrà fatto il prossimo tentativo di campionamento a South Seitah, sulla base delle immagini del rover e di Ingenuity, si trovano rocce sedimentarie che si trovano si comportino come le rocce sulle quali sono stati svolti i test.

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