TORINO, ITALIA - 18 APRILE: Il presidente del Torino FC Urbano Cairo assiste alla partita di Serie A tra Torino FC e AS Roma allo Stadio Olimpico di Torino il 18 aprile 2021 a Torino, Italia. Gli stadi sportivi in ​​tutta Italia rimangono soggetti a rigide restrizioni a causa della pandemia di Coronavirus poiché le leggi sul distanziamento sociale del governo vietano ai fan all'interno dei locali con conseguente partite giocate a porte chiuse. (Foto di Valerio Pennicino / Getty Images)

Il 1 luglio 2021 è stata a suo modo una data storica al Toro per l'addio di alcuni dirigenti. Il patron Urbano Cairo ha infatti scelto di separarsi da Antonio Comi, che lo accompagnava addirittura dal 2005 quando assunse la presidenza, e da Massimo Bava, da nove anni a Torino alla guida del settore giovanile e per un breve periodo anche come direttore sportivo. Con lui saluta anche il segretario del settore giovanile, Vincenzo D'Ambrosio, e probabilmente anche una lunga serie di collaboratori del vivaio, settore che sta vivendo una vera rivoluzione.

DIRETTORE GENERALE - Una netta rottura con il passato che affonda le sue radici nelle ultime due stagioni largamente deludenti. Le cose al Torino hanno preso una piega deludente e il presidente ha evidentemente deciso di prendersi una pausa, portando aria fresca e nuove idee, senza guardare nessuno, assumendosi responsabilità che saranno giudicate dal campo. Entrando nei dettagli, Antonio Comi aveva firmato il rinnovo fino al 2022 appena un anno fa. Il presidente Cairo, però, ha deciso di dargli il benvenuto, rilevando probabilmente una perdita di spinta propulsiva nel modo di interpretare il suo ruolo. Una sedimentazione di certe situazioni che ha spinto il numero uno granata a immaginare un direttore generale - che deve ancora essere nominato - meno rappresentativo e più di sostanza.

RESPONSABILE VIVAIO - Quello con Comi è un divorzio che ha colto molti di sorpresa. Non così per Massimo Bava, che ha pagato un biennio di risultati non all'altezza della Primavera. Il che, però, non è certo imputabile solo a lui. Il vero motivo è l'incompatibilità con Davide Vagnati, visto che all'arrivo del tecnico genovese tra i due non c'è mai stata sinergia ma solo resistenza e quindi la situazione si è dovuta risolvere in un modo o nell'altro. Cairo ha deciso di dare credito a Vagnati, anche se la sua prima stagione da responsabile dell'area tecnica del Torino non è stata certo un successo. Il presidente è lì per decidere e ha deciso: ognuno può avere le sue opinioni, alla fine parlerà il campo. Verrà ufficializzato l'arrivo dalla Spal di Ruggero Ludergnani alla guida del vivaio.

IL VOLTO NUOVO - Infine Bellino, nuovo direttore che avrà un ruolo molto operativo. Il presidente Cairo ha deciso di schierare al Toro uno dei suoi uomini più importanti in RCS perché il suo profilo rispecchia ciò di cui aveva bisogno: un manager con contatti, conoscenze, influenze e competenze per coordinare i lavori di costruzione del centro sportivo Robaldo e per seguirlo da vicino le tematiche relative allo stadio Philadelphia (sala da pranzo e relax in primis). Un vero professionista del settore che arriva a cambiare marcia lato strutture, uno dei punti dolenti della gestione aziendale fino ad oggi. E il fatto che Cairo sia intervenuto sull'organigramma della sua azienda fa sì che la responsabilità dei ritardi non ricada interamente solo sulle controparti (Comune di Torino e Fondazione Filadelfia).

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